Invisibili, recensione di un saggio sul mondo a misura d’uomo

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Per la recensione della settimana, oggi parliamo di Invisibili, un saggio di Caroline Criado Perez, uscito nel 2019 in inglese e tradotto da Einaudi due anni fa per il mercato italiano.

Il titolo originale Invisibble Women ci spiega l’argomento,  del libro più di quanto non faccia la traduzione italiana, ma, effettivamente, uscire negli scaffali con “Donne invisibili” avrebbe attratto più lettori di fumetti che non persone interessate a un saggio sulle donne.

Che la storia la scrivano gli uomini si sa, e non intendo gli esseri umani, ma solo quelli di loro che hanno la fortuna di nascere del genere giusto. Nonostante molti tentativi di risolvere il problema, che il mondo soffra di una distorsione cognitiva, lo sappiamo. Ma che effetti ha e quali conseguenze porta l’idea che uomo = essere umano?

Invisibili” è il saggio di Caroline Criado Perez che cerca di rispondere a questa domanda.

 

Invisibili, il libro e la recensione in breve

invisibili-recensione-breveUn saggio interessante che racconta, con analisi, dati ed esempi, come tutta la percezione del mondo sia deviata al maschile e dimostra le conseguenze di questo errore.

Il libro è formato da sei diverse sezioni che, dopo un’introduzione dal titolo “Il maschile predefinito” si concentrano su diversi aspetti:

  • Parte 1: Vita quotidiana
  • Parte 2: Luoghi di lavoro
  • Parte 3: Soggetti di design
  • Parte 4: Nello studio del medico
  • Parte 5: Vita pubblica
  • Parte 6: Quando le cose vanno male

Invisibili, recensione completa

Numeri, storie di vita che commuovono e toccano nel profondo, una visione originale del problema delle differenze di genere e un’analisi più che completa, il saggio della Perez ha questi e molti altri pregi.

Lo stile asciutto dell’autrice permette di portare il problema della disparità di genere oltre i confini delle scienze sociali, in cui normalmente si colloca, e dimostra come si tratti di una pandemia silenziosa che affligge l’umanità da quando ha imparato a scrivere e a tenere traccia della propria storia.

Si tratta del cosiddetto “gender data gap”, ossia la (quasi) totale assenza di dati distinti tra uomini e donne. La Perez apre il saggio proprio denunciando il problema.

Si legge nella prefazione:

È un silenzio onnipresente, che pervade tutta la nostra cultura […]. Le storie che ci raccontiamo riguardo al nostro passato, al presente, al futuro sono tutte contrassegnate-deturpate-da una presenza-assenza che ha la sagoma di un corpo femminile. È il gender data gap.

È la mancanza di dati, spesso dovuta a noncuranza o a disattenzione, più che a mala fede, che porta a non considerare altro che il maschio medio, giovane, alto circa un metro e 70, del peso di 70 Kg, con le sue abitudini e le sue necessità.

Le ricadute di questa visione vanno dall’altezza media dei ripiani nei mobili, ai percorsi degli autobus, a quelli delle ambulanze, allo studio dei farmaci.

“Invisibili”, quindi è un libro dal taglio concreto, innovativo e sfaccettato che merita davvero di essere letto.

Recensione dello stile di Invisibili

Unica vera pecca, è lo stile, a volte troppo accademico che invade alcuni capitoli.

Intendiamoci, leggo saggi abbastanza di frequente, non mi aspetto che abbiano il tono di un giornale scandalistico, ci mancherebbe, ma l’ironia, il sarcasmo o un’impostazione più leggera (non ho detto superficiale), avrebbero facilitato la lettura. Che si possa parlare di argomenti serissimi con un tono più accattivante ce lo dimostrano i tanti divulgatori che popolano il web o molti libri, tra cui “Chi ha cucinato l’ultima cena?”, (di cui vi ho parlato in questa recensione). E, in fondo, proprio quando si parla di temi così importanti, in modo completo e originale, farsi leggere da più persone possibile è il vero obiettivo.

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