Covid-19, virus, epidemia, pandemia, contagio, morbo, positivo, vaccino, tampone, influenza, polmonite, mascherina, quarantena, untore, comprovata necessità.

Queste sono solo alcune delle parole che sentiamo tutti i giorni, ma che significano? Da dove vengono? Dell’espressione “comprovata necessità” abbiamo già parlato, e sappiamo che è fortemente legata al concetto di quarantena, che, come è facile immaginare, deriva da 40. A Venezia, infatti, durante la peste del ‘300, le navi che trasportavano malati venivano messe in isolamento per circa sei settimane, o, come si diceva in dialetto veneto, una quarantena di giorni, per evitare il contagio.

Ma che cos’è il contagio? Per gli antichi medici greci, si trattava di una favola che si raccontava tra gli ignoranti, dal momento che ognuno, possedendo i propri umori, non poteva certo risentire di quelli altrui. La credenza del ‘600 portò invece a pensare che fossero gli untori, con i propri unguenti, da cui prendono il nome, a diffondere la malattia.

Tuttavia contagio deriva da cum-tangere, cioè “toccare insieme”. L’espressione, apparentemente ovvia, ha in sé un violento potere: quello di richiamare alla mente l’idea che ogni carezza potrebbe essere l’ultima.

Il diffondersi della malattia

Con il contagio, ogni malattia diviene prima un’epidemia, e poi una pandemia. Nel primo caso vogliamo dire che il morbo si è diffuso tra il popolo, nel secondo che lo ha coinvolto tutto. In un macabro gioco di parole, il termine pandemia contiene in sé la radice pan-, termine greco che significa “tutto” e deriva dal nome del dio dei boschi Pan, l’uomo mezza capra che saltellava felice tra le foreste suonando il flauto che da lui prende il nome, in un tripudio di vita. Proprio questo amore per la vita, che gli permetteva di fondersi con la Natura e fare parte del tutto, è quello che ha trasmesso il significato di totalità e completezza che utilizziamo nella parola pandemia.Delle molte altre parole parleremo nei prossimi articoli.