169 anni fa la Scozia riceveva in dono Stevenson. Nelle ricerche che faccio per scrivere gli acrostici, mi è venuta in mente una cosa a cui non avevo mai pensato prima. Lo strano caso del dottor Jekyll e Mr Hyde e L’isola del tesoro questo ci ricordiamo di Stevenson, certo qualcuno citerà La freccia nera e pochi altri si ricorderanno il Trafugatore di cadaveri, racconto horror che chiude alcune note edizioni del romanzo del più celebre dottore, e poi?

È davvero tutto qui? Davvero Stevenson e tutto il suo lavoro si riducono a questo? Certo che no, lo so io e lo sapete voi eppure non ci viene mai in mente altro. Come al solito Wikipedia ci viene in aiuto e ci suggerisce una lunghissima bibliografia in cui ci racconta ogni pagina scritta. Ma questo mi ha fatto pensare.

Se vi dico Manzoni a parte I Promessi Sposi e il Cinque maggio, cosa vi viene in mente?

Forse va meglio con altri autori, ma il punto è: davvero per conoscere uno scrittore bastano quei due romanzi che lo hanno consacrato nell’Olimpo della letteratura?

Forse no. Quindi ho deciso di trattare Calvino, Pirandello, Stevenson stesso e chiunque mi capiterà sotto gli occhi come un esordiente, cercando di leggerne e recensirne le cosiddette opere minori, quelle che a scuola non ci fanno imparare a memoria, che se ce le nominassero, non sapremmo nemmeno che le hanno scritte loro.

Sui miei gusti letterari, sulla loro stranezza e su tanto altro ha già avuto un piccolo saggio chi di voi si è preso la briga di leggere quelle due righe che compaiono nella pagina su di me. Grazie a chi lo ha fatto, per gli altri, non vi preoccupate, il link è poco sopra, se proprio ci tenete.

Torniamo a Stevenson, ai vari autori, italiani e stranieri, e all’idea di scegliere le loro opere meno note. Ogni libro famoso è un po’ come l’abito migliore che indossiamo per una cerimonia a cui si accompagnano trucco e parroco. L’immagine che diamo non è del tutto sincera, per conoscerci davvero ci vogliono amici e parenti che ci hanno visti in pigiama con i capelli arruffati girovagare per casa in pantofole. Con gli autori è lo stesso credo che la voce delle opere meno note sia quella più intima, che ci parla davvero e che solo noi conosciamo. È un po’ come stabilire un contatto con quell’autore che altri non hanno. Quindi da domani cominciamo proprio con Stevenson e con il suo “Elogio all’ozio”, intanto vi lascio uno dei miei acrostici. Buona lettura a chi vorrà seguirmi e anche a tutti gli altri.

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