mela-biancaneve

Parlando di favole e mele, a tutti viene in mente Biancaneve, un po’ come parlando di pane viene in mente la farina… ma perché le mele? Mi spiego meglio, perché la strega ha avvelenato Biancaneve con una mela e non, che so io, con una bella pesca? In fondo sono ben visibili tutte e due, colorate, rotonde e, in quanto a succo e gusto non ci sono storie: vince la pesca dieci a uno (almeno secondo me). E Allora perché la principessa ha ceduto ad una mela rossa?

Per rispondere a questa domanda dobbiamo fare qualche passo indietro, molto indietro, talmente indietro da partire dalla storia, anzi dalla mitologia e ancor più indietro, alle origini del mondo.

La mela e il male nelle fiabe nei miti e nella mitologia

Per riconoscere che mela e male sono parole dal suono simile non serve un professore di retorica, basta ascoltare le due parole o vederle scritte. Ed ecco perché nelle storie che tutti conosciamo le mele sono spesso qualcosa di cattivo o quanto meno di magico. Sembra banale ma è proprio così.

Detta in parole semplici, insomma, siccome le due parole sono simili, si è creato un legame, ormai quasi indissolubile tra il concetto di cattiveria e questo povero frutto, che, con il diffondersi del cristianesimo è diventato eterno per il passo della Genesi in cui Adamo accetta la mela tentatrice offerta da Eva e, indirettamente, dal serpente.

In chiave generale questo può bastare, perché la storia completa è lunga e complicata.

Chi volesse sapere qualcosina in più, può farlo nell’articolo Mele, favole e racconti, dove la cosa è spiegata nel dettaglio, con tanto di video, o almeno tentativo di video, perché, se con le parole, in qualche modo me la cavo, con le immagini in movimento non so proprio cosa verrà fuori.

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